«L’ho visto entrare nel camerino, poi le magliette sono sparite»: le accuse della security a Marco Carta - Vanity Fair Italia

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Kejar Tayang |

Dall’aula 2 delle direttissime, al piano terra del Palazzo di Giustizia di Milano, Marco Carta esce con la placida sicurezza di chi è estraneo ai fatti. «Non sono stato io a rubare», ha ripetuto poco prima al giudice Stefano Caramellino nell’udienza di convalida, quella che aveva inizialmente disposto per lui gli arresti domiciliari per aver rubato sei t-shirt di Neil Barrett del valore di 1.200 alla Rinascente di Piazza Duomo, a Milano. Il fatto risale alle 19.30 dei 31 maggio, Black Friday, giornata di sconti e apertura straordinaria fino all’una di notte.

Secondo quanto fa sapere Repubblica, il primo a insospettirsi sarebbe stato l’addetto alla sicurezza che aveva notato una coppia, un ragazzo e una donna, «che si guardavano spesso attorno, come se controllassero di non essere osservati dal personale».

La ricostruzione di quanto avvenuto è raccolta dalla squadra dell’unità Reati predatori dei vigili di Milano e accuserebbe Marco Carta e Fabiana Muscas, 53 anni, di furto aggravato in concorso. Secondo quanto riporta il quotidiano, i due avrebbero sostato nei camerini per «svariati» minuti, Carta all’interno e la donna ferma fuori. A essere determinanti sono le telecamere interne, che avrebbero inchiodato la signora nell’atto di passare una a una le magliette al cantante allungandogli anche la borsa dove nasconderle. Una volta uscito dallo spogliatoio, «in mano non avevano più le maglie prelevate poco prima» fa notare il dipendente della security. Riprendono le scale mobili, salgono al quarto piano, si dirigono ai bagni per la clientela dove, con un cacciavite, avrebbero staccato le placche antitaccheggio dalle t-shirt, per poi scendere al secondo e comprare due costumi da bagno da uomo del valore di 77 euro («un’azione preordinata», sarebbe l’ipotesi). Poco dopo, al momento di uscire dal negozio, sarebbe scattato l’allarme sonoro: le maglie trafugate erano dotate, infatti, di un ulteriore antifurto costituito da piccoli adesivi difficili da trovare.

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La Rinascente sporge denuncia e i due dicono: «chiariremo tutto». E mentre il processo è rimandato a settembre, dove potrebbero essere allegati «filmati inequivocabili», Marco Carta fuori dall’aula si dice sereno: «Per fortuna è andato tutto bene, è stato chiarito quello che è successo. Le magliette non le ho io, e il giudice ha capito. Sono un po’ scosso, per fortuna ora vado a casa». La Muscas, che avrebbe ammesso di aver preso le magliette e di averle infilate nella borsa, si è vista convalidare l’arresto, mentre per entrambi non viene disposta nessuna misura restrittiva. «È stato liberato da qualsiasi addebito, il fatto è attribuibile ad altri soggetti. Marco è felicissimo», le parole dell’avvocato Simone Ciro Giordano, mentre il suo assistito ripete ancora una volta: «Sono onesto, non rubo, sono felice di poterlo dire. Chi ha preso le magliette? Non le ho prese io, non mi va di parlare di altri. Non si fa la spia».

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2019-06-02 08:25:35Z
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